FONTE EVERYEYE.IT
http://www.everyeye.it/articoli/recensione-steep-31789.html
Finalmente affrontiamo giochi a tema per IMPACT!!! Bhe si UBISOFT ci porta in montagna alla scoperta di un'openworld pazzesco, potremo fare snowboard, parapendio, sci e tanto altro!!!
OVVIAMENTE CONSIGLIATO SOLO ED ESCLUSIVAMENTE SE SI' CONVALESCENTI A CASA.... LA NEVE, QUELLA VERA... E' PIU' EMOZIONANTE... INUTILE RICORDARVELO!
STEEP RECENSIONE il nuovo titolo della casa francese è uno sportivo open world ambientato sulla neve.
I primi freddi arrivano a imbiancare le cime delle montagne, solleticando la fantasia degli appassionati di sport invernali, pronti a caricare sci e tavole in macchina alla volta delle principali stazioni turistiche. Grazie a Ubisoft, da quest'anno anche i più pigri potranno cimentarsi in sport d'alta quota. Steep è un nuovo franchise nella lineup del publisher francese, il che, in un'epoca caratterizzata da infiniti sequel e reboot, è già di per sé una grande notizia. In cabina di regia i ragazzi di Ubisoft Annecy, studio non a caso collocato ai piedi delle Alpi francesi, già responsabile di altri progetti del colosso transalpino, a partire dal comparto multiplayer di Splinter Cell: Pandora Tomorrow nel lontano 2004. Di Steep si parla già da mesi, dalla diffusione dei primi screenshot e video, che lasciavano presagire un colpo d'occhio non indifferente, tra cime innevate, pittoreschi villaggi e foreste di conifere. Al di là di una confezione decisamente accattivante, restavano i dubbi su una struttura di gioco ancora non perfettamente delineata, che solo una prova completa sarebbe stata in grado di svelare in ogni suo dettaglio.
Libertà sulla neve
Considerate Steep un gigantesco sandbox: la definizione, vista la quantità industriale di neve, po-trebbe far sorridere, ma è quanto di più calzante ci sia venuto in mente per sottolineare la struttura del titolo Ubisoft. Se preferite, prendete un gioco alla SSX e scaraventatelo in un contesto open world, dove potrete affrontare in totale (o quasi) libertà tutta una serie di sfide, col denominatore comune dell'adrenalina a mille.
Il gioco comincia gettandoci subito nel vivo dell'azione, in un tutorial-non-tutorial (molto scarno, in verità) che consente di prendere le misure del sistema di controllo e delle quattro discipline sportive di cui il titolo si compone (snowboard, sci, tuta alare e parapendio), tutte comodamente selezionabili attraverso un pratico menu a ghiera. L'obiettivo è ovviamente quello di primeggiare nelle suddette discipline, raggiungere il livello 25 e sbloccare un numero sempre maggiore di eventi, dislocati all'interno di un'enorme mappa ispirata a porzioni significative delle Alpi svizzere, francesi e italiane. Fin dalla circolazione dei primi rumor, era apparso chiaro come Steep fosse un gioco pensato espressamente per l'online. La componente multiplayer è in effetti predominante, con sfide affrontabili in co-op fino a quattro giocatori per volta (in alternativa, possiamo sfidare i "fantasmi" di altri giocatori), ma tutta l'offerta può essere affrontata in single player, con una precisazione per molti forse decisiva: senza una connessione attiva, Steepnon parte. Per avviare il gioco, e per loggarsi con un account Ubisoft, è infatti necessario essere collegati alla rete. Nelle nostre prove il server si è sempre comportato egregiamente, se si esclude qualche lentezza nell'autenticazione in un paio di occasioni, ma la necessità di una connessione sempre attiva potrebbe indispettire più di un utente.
Competizione al calor bianco
Che lo si affronti da soli o in compagnia, Steep non cambia di molto le carte in tavola: il cuore del gioco rimane lo stesso, tra decine e decine di sfide sbloccabili e nuovi scenari alpini da esplorare. Se da un lato il numero di discipline sportive disponibili può apparire risicato, la natura delle singole sfide copre uno spettro agonistico non indifferente.
In alcune gare basterà infatti arrivare primi, in altre sarà necessario eseguire una determinata serie di trick e acrobazie assortite, in altre ancora seguire una specifica traiettoria. La rappresentazione delle varie discipline è ben bilanciata, votata alla pura spettacolarità senza però rinunciare a una blanda dose di realismo. Passando in rassegna nello specifico le quattro specialità, le meglio riuscite sono senza dubbio lo snowboard e lo sci, divertenti e arricchite da trick e maggiori possibilità di intervento, mentre la tuta alare e, soprattutto, il parapendio si riducono spesso a poco convincenti scorrazzate alla ricerca del prossimo checkpoint. A proposito di trick, quello che appare fin dai primi minuti abbastanza deficitario è proprio il sistema di controllo, spesso del tutto impreciso, debolezza che si fa sentire soprattutto ai livelli superiori, quando la sfida comincia a farsi davvero ardua e le combo più complesse. I trick non sono mai di intuitiva applicazione, a differenza di quanto succedeva in passato con titoli del calibro di Tony Hawk e simili, e non sarà infrequente trovarsi un metro troppo in là per poter innescare la combo, senza neppure essersene accorti. A questo si aggiunga una visuale di default non perfettamente tarata su tutte e quattro le discipline: specie con la tavola, gli ostacoli risulteranno spesso impallati dal corpo del nostro alter ego fino a pochi istanti prima dell'inevitabile impatto. E a queste velocità la prontezza è tutto...
Una fisica (poco) bestiale
Già, la velocità. La sensazione di velocità trasmessa da Steep è pazzesca, una cavalcata a rotta di collo giù per le discese più folli dell'arco alpino, sfrecciando a pochi centimetri da alberi, rocce e case. Le sfide, in compagnia o da soli, si trasformano presto in gare di destrezza, ricche di insidie. Impattare contro un abete a cento all'ora non è in effetti un'esperienza consigliabile, ma se non altro in Steep non ci si fa male. Un KO potrà porre fine alla nostra gara, ma basterà premere un tasto del pad per tornare, senza il minimo caricamento, all'inizio della sfida, pronti per un secondo tentativo.
È in questi frangenti che emerge, dopo l'imprecisione dei comandi, la seconda grossa debolezza del titolo Ubisoft: il modello fisico si palesa spesso in tutta la sua scarsa accuratezza, con botte pazzesche assorbite senza troppi problemi dal nostro atleta e impatti apparentemente minori che si rivelano in realtà "fatali". La stessa collision detection risulta poco accurata e casuale, senza contare i frequenti incastri con strutture varie, che nei casi peggiori costringono a un restart per cavarsi d'impaccio. Questi aspetti, uniti a una ripetitività dell'intera struttura, solo in parte mitigata da feature gustose per quanto secondarie (le esplorazioni, i replay condivisibili in ambiente social, la possibilità di acquistare abbigliamento e attrezzature), fanno pendere l'ago della bilancia verso un giudizio per lo più interlocutorio.
Cartolina dalle Alpi
Ci pensa l'impatto grafico a far risalire le quotazioni di Steep, grazie a una rappresentazione degli scenari di gioco davvero ben fatta. Le Alpi sono ricreate in tutta la loro maestosa spettacolarità, senza caricamenti intermedi e con la possibilità di scorrazzare in un mondo vastissimo. I solchi nella neve in real time sono quanto di più realistico ci si potesse attendere, così come i modelli 3D di abitazioni e strutture varie. Meno memorabile la vegetazione, ma nulla di davvero fastidioso. La sensazione di velocità di cui parlavamo in precedenza non viene minimamente intaccata dalla scelta di un framerate bloccato a 30 fps, nonostante qualche sporadico rallentamento qua e là.
Steep è un gioco che sa prendersi i propri rischi: l’ultima fatica di Ubisoft è un prodotto originale, che si allontana dalla massa grazie a un’offerta non banale, incentrata su un open world di sport estremi che non ha eguali nel panorama videoludico presente e passato. Steep è però anche un gioco molto acerbo, che mostra preoccupanti debolezze in settori di primaria importanza per un titolo di questo genere, dai comandi al modello fisico, passando per una ripetitività che neppure l’online riesce completamente a mitigare. Di contro, l’impatto visivo è a tratti spettacolare e consente un grado di immersione totale. I semi per qualcosa di buono sono stati piantati. Starà ora a Ubisoft Annecy far crescere quello che ha tutta l’aria di poter diventare un franchise di successo.
Ringraziamo
FONTE EVERYEYE.IT
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